Fabio Forni, lei si trova a guidare JardinSuisse in un periodo non certo dei più facili: chiusure e restrizioni causate da coronavirus hanno segnato profondamente la prima parte dell’anno. Come sta vivendo JardinSuisse questa “terza fase”?
Sì certo, non ho scelto gli anni più facili per fare il presidente, per fortuna il nostro settore, operando all’aria aperta, ci permette di mantenere abbastanza facilmente le distanze sociali. Il problema è stato dato dalle perdite di tempo per gli acquisti dovute dalle lunghe attese ai negozi ed ai tempi di consegna delle merci che non sono stati quelli ai quali eravamo abituati. Le vendite di piante e fiori è invece andata a gonfie vele permettendo ai produttori ticinesi di recuperare parte di quanto perso in precedenza.
Oggi di certo non ci sono più le restrizioni dei mesi precedenti, ma come la mettiamo con le precauzioni per evitare nuovi lockdown? Come si devono comportare e quali sono le raccomandazioni che si sente di dare ai suoi associati?
La tendenza, non solo sul lavoro, è stata quella di un ritorno alla normalità anche troppo veloce. Le misure di precauzione sembravano essere dimenticate e questo a lungo andare potrebbe portare a gravi danni per una ditta. Credo sia importante continuare a tenere una separazione tra le varie squadre così che se ci fosse un contagio non si sarebbe obbligati a mettere in quarantena tutta l’azienda con conseguenze ben più nefaste di quelle del lockdown generale.
Questa pandemia ha lasciato indubbiamente un segno profondo nella società. Qual è stata la risposta e come ha reagito JardinSuisse? Come vede il prossimo futuro?
Sicuramente la gente ha avuto un po’ di tempo per stare obbligatoriamente a casa, una cosa che ultimamente è diventata rara. Le case sono diventate dei dormitori, week-end in montagna o al mare, vacanze e viaggi frequenti, molti sport e attività hanno fatto si che la gente non vivesse più la casa come luogo di vita cercando di abbellirla e di renderla accogliente con fiori, piante e accessori vari.
Credo che la gente abbia riscoperto la casa e di conseguenza il giardino, e sia disposta ad investirci per renderla più vivibile e confortevole, ovviamente con benefici per tutto il settore dell’artigianato.
Con la chiusura delle frontiere, inoltre, si sono riscoperti i nostri ottimi artigiani e prodotti locali: speriamo che ora, che c’è stata data nuovamente la possibilità di fare la spesa all’estero, si continui a preferirli.