Rendere una passeggiata nel bosco ancora più affascinante di quanto già non sia, per far riscoprire l’arte nella natura, ma anche la natura nell’arte. Questo è “Artinbosco”, un percorso espositivo unico nel suo genere, concepito e sviluppato con l’obiettivo di facilitare l’incontro tra l’arte e la natura nell’alternarsi e trascorrere delle stagioni.
Le installazioni fra gli alberi, sospese o posate a terra, che abbelliscono il sentiero nella splendida regione del San Clemente a Capriasca, sono infatti la perfetta simbiosi tra l’elemento naturale – mai eterno e immutabile – e la creazione artistica.
Artinbosco: installazioni artistiche in mezzo alla natura
Un intreccio che da alcuni anni incanta i visitatori, confermando la vocazione di Artinbosco come installazione di sicuro interesse e in continua evoluzione. Infatti, a partire da settembre 2018, alle sei installazioni iniziali ogni anno ne sono state aggiunte altre, realizzate da artisti svizzeri e internazionali. Questo rende Artinbosco un’attrazione da visitare più volte con la certezza di vivere un’esperienza sempre nuova.
Il percorso, accessibile a tutti, si snoda all’ombra di suggestivi boschi di faggi e castagni, regalando sempre grandi sorprese ed emozioni. Le installazioni, realizzate con materiali naturali, si inseriscono fra tronchi, foglie e giochi di luce, dialogando con l’ambiente circostante. Un progetto visitabile tutti i giorni dell’anno, nato dall’amicizia e dall’esperienza dei fioristi ticinesi Daniele Broggini, Paola Pagnamenta, Monica Zürbrugg e Marco Manetti, da anni uniti nel lavoro e nella passione per la Land Art.
L’impegno ha da subito riscontrato interesse a livello regionale, fino ad essere inserito fra le proposte escursionistiche a livello Cantonale. Una scelta di sicuro interesse e di grande fascino, nata dalla volontà di valorizzare il territorio come luogo e mezzo dell’espressione artistica e quindi portare in luce la bellezza del tempo.
Sembra questo, infatti, il leitmotiv che caratterizza un’iniziativa perfettamente inserita tra i faggeti del San Clemente, destinata a cambiare e modificarsi con l’avvicendarsi delle stagioni, quindi sicuramente da ammirare anche in questi freddi mesi invernali, magari scoprendoli rivestiti da una leggera coltre di neve.
D. Daniele Broggini, Paola Pagnamenta, Monica Zürbrugg e Marco Manetti, questa iniziativa è ormai giunta alla sua terza edizione: ci volete raccontare com’è nata Artinbosco e quali sono oggi, a tre anni di distanza dalla prima inaugurazione, i risultati che si possono raccogliere?
R. Il percorso è nato grazie all’interesse e alla fiducia da parte di Lugano Region, del Comune di Capriasca e dall’Ente Regionale per lo Sviluppo:come responsabili dell’associazione abbiamo formulato la proposta, a suo tempo non ancora presente nella nostra regione e che è stata accolta subito con grande attenzione. Da quel momento si è dunque instaurata un’intensa e proficua collaborazione. L’interesse per il percorso cresce infatti di anno in anno, come pure le attività svolte al suo interno, e non ci riferiamo unicamente a quanto direttamente proposto dall’associazione.
D. Le prime sei installazioni di artisti nazionali e internazionali risalgono appunto al 2018; quante se ne sono aggiunte nel frattempo? E qual è stata la risposta del pubblico?
R. Durante la seconda edizione, quella del 2019, abbiamo potuto accogliere le installazioni di Lorenzo Cambin, “Parassita”, Lucia Loren, “Ombra” e “Rinascita” di Alessandra Aita. In occasione dell’inaugurazione dello scorso settembre abbiamo presentato “Seed of Life” di Jaakko Pernu, “Equilibrio” di Thomas Schuetz e “Orbicella” di Stuart Frost. Gli artisti chiamati a portare il proprio contributo all’interno del percorso sono abbastanza eterogenei, di conseguenza il visitatore ogni volta che scorge una nuova installazione tra gli alberi è confrontato con emozioni differenti. Non abbiamo mai pensato di stilare una classifica delle preferenze e d’altronde neppure vogliamo farlo; l’importanza che attribuiamo alle emozioni dei singoli artisti è davvero troppo grande per volerla indirizzare.
D. Come gruppo di fioristi e land artist il vostro obiettivo è mantenere queste opere per almeno 5-7 anni, arricchendo il percorso con altre installazioni. A che punto siamo dopo tre anni e cosa avete in serbo per il futuro?
R. Non si tratta solo di un’idea, ma piuttosto di un nostro compito. In alcuni casi risulta più facile, in altri richiede un maggiore intervento, eventualmente in collaborazione con lo stesso artista che, di persona o a distanza, ci indirizza sul mantenimento dell’installazione. Il tempo d’altronde modifica il volume e la consistenza del legno e quindi l’opera stessa cambia di aspetto e in alcuni casi anche di forma. Il nostro obiettivo è quello appunto di vegliare e accompagnare questa evoluzione, indissolubilmente legata al trascorrere delle stagioni.