Il bello della primavera è vedere, dopo la stagione invernale, gli alberi in fiore. A meno che non si soffra di allergie e quindi di tutti i problemi ad essa connessi: starnuti, riniti, lacrimazioni, pruriti, occhi irritati. Spesso, infatti, fioriture e allergie si presentano nello stesso periodo.
Gli inverni particolarmente miti di queste ultime stagioni, hanno di fatto anticipato e intensificato la fioritura di molte piante e non sorprende dunque vedersi già alle prese con fastidiose allergie stagionali che, per alcuni, si traducono purtroppo anche in asma.
Le allergie, come il raffreddore da fieno, sono reazioni ipersensibili causate dai pollini che irritano il sistema immunitario. Nelle persone allergiche viene prodotta l’istamina, sostanza simile agli ormoni rilasciata dal nostro corpo, che causa un’infiammazione della congiuntiva e delle mucose nasali, provocando raffreddore, prurito del naso, mal di testa o stanchezza. Detto questo bisogna dire che l’intensità e la durata dei sintomi delle allergie ai pollini dipendono principalmente dalle variazioni delle concentrazioni polliniche in atmosfera.
Ecco allora che un primo modo di difesa è conoscere quando le piante a cui siamo allergici si trovano nel periodo di pollinazione. In questa prima metà dell’anno, indicativamente tra febbraio e maggio, le specie che producono allergeni sono la parietaria, una pianta sempreverde della famiglia delle urticacee, come per esempio l’ortica; poi c’è la betulla, il cipresso che fiorisce tra febbraio e marzo, con possibili anticipi a gennaio e prolungamenti fino ad aprile; quindi l’olivo, il frassino, il gelsomino che fioriscono tra maggio e giugno.
Non è certo possibile impedire alla natura di esplodere in tutto il suo splendore e molto probabilmente dovremmo arrenderci all’evenienza di dover fare i conti con la nostra allergia, tuttavia è possibile mitigarne gli effetti adottando alcune semplici regole. Non sono certo esaustive, ma potrebbero aiutare a calmare quei fastidiosi starnuti sovente accompagnati da una più sgradevole sonnolenza che limita non poco le attività quotidiane. Evitiamo dunque di uscire nelle giornate secche e ventose, quando è più alta la concentrazione di pollini nell’aria, avendo cura di tenere chiuse le finestre nelle ore più calde. Lo stesso vale in realtà anche dopo un temporale, a causa dei granuli pollinici che, rotti dalla pioggia in frammenti più piccoli, raggiungono più facilmente e in maggiore profondità le vie aeree. In caso di lavori all’aperto utilizziamo mascherine filtranti, evitando di abbassare i finestrini quando siamo in viaggio.
A casa invece dovremmo utilizzare condizionatori con filtri di aerazione anti-polline, da controllare e cambiare regolarmente, lavando spesso i pavimenti ed evitando tappeti, moquette, tappezzerie e tendaggi, depositi di polveri e pollini difficili da rimuovere. Piccoli accorgimenti, come detto, che, se non eliminano di certo le sgradevoli sensazioni provocate da queste allergie, possono comunque alleviare e aiutare a superare con meno stress questo periodo, permettendoci di gustarlo e ammirarlo con i suoi meravigliosi fiori, colori e profumi.