I bulbi sono organi di propagazione vegetativa con una funzione di resistenza a condizioni climatiche sfavorevoli, come freddo o siccità. Dal punto di vista strutturale, il bulbo è paragonabile ad una pianta con fusto molto breve. È munito di radici fascicolate da una parte e, dall’altra, di una gemma. Quest’ultima è circondata e protetta da foglie, di cui alcune interne, che sono i “catafilli”, di consistenza succosa e ricche di sostanze di riserva. Le altre più esterne, secche, svolgono invece una funzione protettiva. Lo sviluppo della gemma, in condizioni ambientali favorevoli, darà luogo alla formazione di varie foglie verdi e di uno o più assi fiorali. Le sostanze di riserva contenute nei catafilli servono a nutrire il germoglio durante queste fasi.
Le funzioni di propagazione delle piante bulbose sono demandate ai “bulbilli”. Questi si staccano dalla pianta madre, come succede per esempio al genere “Allium”, erbacea annuale dalla tipica infiorescenza a globo e dal forte aroma di aglio o cipolla. Le sue numerose specie si possono utilizzare anche per il condimento di gustosi cibi. Formano dei bulbi sia alle ascelle delle foglie che sulle infiorescenze, dove prendono il nome di “capolini”.
In questo frangente dell’anno si piantano i bulbi invernali, come i tulipani e il giacinto, ma anche la calla, la clivia, poi l’amaryllis, il lilium e il narciso, il cui nome appartiene alla leggenda e al mito della bellezza. Questo fiore contraddistingue infatti da sempre l’inizio della primavera. La loro piantagione è piuttosto semplice, non richiede particolari attenzioni.
Le bulbose possono dare infatti grande soddisfazione anche a chi è alle prime armi. Basta portarle a casa, curarle al meglio con pochi e semplici accorgimenti per godere infine dei colori dei fiori e dei profumi inebrianti che molti di essi emanano. Le regole sono molto semplici. È sufficiente appoggiarli a terra o piantarli a raso di suolo. È comunque consigliabile interrarli a 10-15 cm di profondità per evitare che i forti venti possano piegarli o romperli.
Il terriccio deve essere necessariamente drenante. Nella prima fase, quella in cui cominciano a spuntare i germogli, non esagerare con le annaffiature, poiché le temperature sono ancora fredde e l’eccessiva umidità potrebbe portare il bulbo a marciume. Al contrario, nel periodo di fioritura, soprattutto nelle ore più calde del giorno, è bene mantenere il terriccio costantemente umido, avendo sempre cura di evitare pericolosi ristagni di acqua.