Cos’è il compost
Il compost è un fertilizzante organico ottenuto dal trattamento dei rifiuti organici raccolti separatamente. Prodotto in impianti industriali, l’Ammendante Compostato Verde – come è denominato più correttamente – contribuisce in modo significativo all’uso sostenibile delle risorse ambientali. La sua ricchezza in humus, in flora microbica attiva e in microelementi, lo rendono infatti un ottimo prodotto per i più svariati impieghi agronomici, quindi perfettamente adatto ai professionisti ma anche ai semplici hobbisti del verde.
Convertendo in impianti dedicati gli scarti umidi delle nostre cucine in fertilizzanti organici, si ottiene infatti un prodotto di ottima qualità, ricco di elementi nutritivi, ideale per un uso agricolo, arricchendo non soltanto i substrati adibiti alle coltivazioni florovivaistiche, ma anche i terreni destinati alle colture alimentari. Quest’ultimo settore, in particolare, porterà sulle nostre tavole i cibi che, poi consumati, produrranno a loro volta scarti organici da cui ripartirà un nuovo ciclo produttivo, che appunto da rifiuto diventa risorsa.
Dove è utilizzato
In generale il compost trova impiego in molti ambiti del verde: oltre all’impiego diretto in agricoltura, con la funzione di apportare sostanza organica umificata per migliorare le proprietà fisico-strutturali e biologiche del terreno agrario in caso di siti che ne siano poveri, il compost è utilizzato anche nel riempimento delle buche di piantagione o nei trapianti di vegetali di piccole e grandi dimensioni, contribuendo, di fatto ad aumentare il contenuto di sostanza organica ed elementi nutritivi nel suolo, migliorandone le caratteristiche fisiche e rendendolo più facilmente lavorabile e quindi ricco di sostanze nutritive.
Paragonato al letame, il compost – a parità di peso – ha infatti performance decisamente migliori: contiene il 50% in meno di acqua, il 55% in più di sostanza organica, il doppio dell’azoto e una quantità lievemente inferiore di potassio, mentre simile è il contenuto di fosforo. Proprio per questa ragione il compost è utilizzato come base per produrre vari tipi di terricci, destinati a diverse pratiche professionali, nel caso specifico nei settori di florovivaismo e paesaggismo. Una buona pratica che permette di gestire in maniera virtuosa la filiera degli scarti vegetali e chiuderne il ciclo ecologico attraverso l’impiego di compost di alta qualità in miscela a prodotti specifici e innovativi.
Come funziona
La produzione di compost avviene di norma utilizzando diversi microrganismi appartenenti a ceppi diversi, quali possono essere ad esempio i batteri originati da fotosintesi, dall’acido lattico o da lieviti, in perfetto equilibrio con funzioni rigenerative, costruttive e antiossidanti, in grado di accelerare la decomposizione dei residui organici. In sostanza escludono i patogeni, favorendo il rilascio di sostanze benefiche quali acidi organici, amminoacidi, antiossidanti e ormoni, destinati a promuovere la salute delle piante.
Non di rado è impiegato anche del carbone vegetale, ottenuto dalla pirolisi di residui vegetali ligno-cellulosi: in questo caso si tratta di una più delle promettenti ed efficaci strategie che associala lotta al riscaldamento globale con l’incremento di fertilità e produttività. Le sue molteplici qualità includono infatti una frazione carboniosa molto stabile – che permette di stoccare carbonio nel suolo – associata ad elevata porosità, buona capacità di trattenere acqua, disponibilità di nutrienti e componente biologica.
Quando impiegarlo
Il terriccio non si limita dunque alla sola e generica cura di fiori, ma è un prezioso alleato per qualsiasi tipo di pianta in vaso, per gli orti in cassetta o in campo e dei prati. Il compost che costituisce il terriccio si caratterizza per una concimazione a lenta cessione: l’ammendante compostato verde rilascia infatti le principali sostanze nell’arco di più mesi, favorendo inoltre la corretta aerazione dell’apparato radicale e la sua gestione idrica. I componenti innovativi sono miscelati per un giusto bilanciamento nei substrati di coltivazione, perché “l’equilibrio è la ricetta giusta”.
Partendo da questo presupposto, è bene precisare che il compost maturo è asciutto, ha un colore scuro, un aspetto soffice (senza più i materiali di partenza tranne i pezzi più grossolani di legno), talvolta con presenza di lombrichi (che favoriscono porosità e ossigenazione) e un odore di terriccio di bosco. Come detto può essere utilizzato a diretto contatto con radici e semi, da impiegare “fresco” nell’orto dopo parziale trasformazione purché a distanza dalla semina o dal trapianto, mentre il compost cosiddetto “pronto” di 5-6 mesi, si usa nell’orto o in giardino subito prima della semina o del trapianto.
È indicato infatti come terriccio per le piante in vaso, risemine e infittimento dei prati. Va detto che gli elementi nutritivi del compost variano in relazione agli scarti impiegati per produrlo.